mercoledì 30 aprile 2014

Gru e Carroponte

Come già ho accennato nella presentazione al testo, il nucleo dell'opera è costituito dalle divertenti e incredibili vicende vissute e raccontate da Faussone, ognuna delle quali è più o meno strettamente correlata ad uno dei suoi montaggi in giro per il mondo.
Nel primo capitolo egli narra di un lavoro svolto in un paese tropicale, di cui non può svelare il nome, afferma, in quanto quelli sono brava gente ma un po' permalosa.
Poco più avanti il montatore rivela all'autore la natura del montaggio che ha dovuto eseguire:

Lei deve sapere che montare una gru è un bel lavoro, e un carro-ponte ancora di più, però non sono mestieri da fare da soli.
Allora, le stavo dicendo che ero laggiù per montare una gru da molo, uno di quei bestioni a braccio retrattile, e un carro-ponte fantastico, 40 metri di luce e un motore di sollevamento da 140 cavalli; cristo che macchina, domani sera bisogna che mi ricordi di farle vedere le foto. [...]
(cap. "Meditato con malizia", pagg. 5-6)



La gru, in ambito meccanico, è un apparecchio utilizzato per il sollevamento e il trasporto di carichi su brevi distanze. 
La gru più semplice che si possa immaginare è costituita da una carrucola azionata a braccia, fissata in alto ad una trave e nella quale viene fatta scorrere una corda con un gancio ad una delle due estremità.

Riproduzione di una gru semplice.

                                                  
                                             
  Modellino di una gru vitruviana.

Già in epoca romana erano utilizzati complicati ma efficaci esempi di gru, come ci illustra l'architetto e scrittore Vitruvio all'interno del suo De Architectura: nel libro X, infatti, viene descritta la macchina elevatoria vitruviana a tamburo, strumento in grado di sollevare grandi carichi.

Ritornando alle parole di Faussone, è visibile come il montatore piemontese sia particolarmente affascinato da un carroponte che egli ha realizzato durante il servizio sopra accennato.
Il carroponte è uno specifico tipo di gru, che infatti prende anche il nome di gru a ponte.
Esso è costituito da un carrello che scorre lungo una guida posta in una struttura (ponte), a sua volta scorrevole su rotaie perpendicolari al movimento del carrello; infine, un meccanismo di sollevamento è installato sul carrello.
Il carroponte è molto usato nell'industria meccanica, per la sua facilità nel servire lo spazio in tutte e tre le dimensioni.

Riproduzione di un carroponte.


Esempio di carroponte bitrave.







              

sabato 19 aprile 2014

Chiave a stella

Il mio primo vero post non poteva che essere dedicato all'attrezzo che dà il titolo al romanzo, che nell'introduzione all'opera stessa è presentato attraverso le seguenti parole:

Faussone è una specie di Ulisse che erige ovunque monumenti con la sua "chiave a stella", l'utensile che serve per verificare il serraggio dei bulloni, morbidi, duri, ostinati. Non c'è mai il rischio che sfalsi la filettatura, perché sa dosare i suoi strappi e avverte sempre la mano che quello è l'ultimo giro e oltre non si può andare. La chiave a stella conosce bene le sue funzioni, accoppiando forza e delicatezza, impeto e misura.

La chiave a stella rappresenta la protesi per la mano di ogni montatore che si rispetti, anche se è facile notare come nel testo essa assuma un secondo significato, più profondo. Levi, infatti, si riferisce ad una chiave mentale, che serve a Faussone per interpretare e conoscere il mondo.

Da un punto di vista concreto e letterale, la chiave a stella è una particolare configurazione della più comune chiave meccanica, arnese, generalmente in acciaio, che, come accennato sopra, serve a stringere o allentare dadi e bulloni. La versione "a stella" si distingue per le estremità del manico a forma stellare (generalmente a dodici vertici), forma che permette l'esercizio della forza sugli spigoli delle facce dei dadi e dei bulloni. Tali estremità possono essere aperte oppure chiuse e una di esse può essere "a becco", dando vita ad una chiave combinata.



Chiave a stella aperta


Chiave combinata





mercoledì 9 aprile 2014

Il romanzo

Primo LEVI, La chiave a stella, Torino : Einaudi, 2006





Per quanto riguarda la cornice del romanzo, Primo Levi sceglie "una fabbrica molto lontana" della Russia sovietica del dopo-guerra, nella cui mensa per stranieri immagina di incontrare Faussone, un tecnico piemontese che, dopo aver lavorato per alcuni anni all'interno della Lancia, ha deciso di abbandonare la monotonia della catena di montaggio, per girare il mondo come montatore di tralicci, gru e ponteggi. 
Sono proprio gli avventurosi montaggi raccontati da Tino all'autore che permettono lo spostamento della vicenda nelle più improbabili regioni del globo.

Primo Levi pubblicò La chiave a stella nel 1978, con l'obiettivo di celebrare il lavoro, dedicando la propria opera agli Italiani che negli anni '70, soprattutto in ambito ingegneristico, prestavano i propri servizi alle aziende straniere.
Questi sono gli "Anni di Piombo" in Italia, anni di terrorismo politico e caratterizzati dall'esaurimento degli slanci di rivoluzione giovanile del decennio precedente. Eppure si tratta di un periodo particolarmente ottimistico per lo scrittore torinese, che pare aver dimenticato l'atroce ricordo del lager.