Tecnologia dei trasporti:
Boeing
Chrysler
Dakota
Furgone Fiat 600
Jeep
Tecnologia meccanica:
Argano e puleggia
Chiave a stella
Coppia conica
Tecnologia chimica:
Vernice
Viscosimetro
Tecnologia delle comunicazioni:
Telex
Tecnologia delle costruzioni
Carroponte
Derrick
Escavatore
Gru
Traliccio
Infrastrutture:
Diga
Elettrodotto
Ponte sospeso
Questo blog nasce con l'intento di analizzare "il libro più ottimista e allegro di Primo Levi" per il corso di Storia della Tecnologia del Politecnico di Torino. In particolare, la mia priorità consiste nel ricercare e riportare i frequenti riferimenti alle macchine e agli strumenti tecnologici utilizzati o realizzati dal protagonista, l'immaginario montatore Libertino "Tino" Faussone, la cui vita e il cui mestiere, confesso, rappresentano un ideale modello per il sottoscritto.
mercoledì 2 luglio 2014
Abbecedario de "La chiave a stella" di Primo Levi
Alaska
Boeing
Carroponte
Derrick
Escavatore
Fiat
Gru
Ingegneria
Lavoro
Montatore
Narrare
Operosità
Ponte sospeso
Quota (alta)
Russia
Sverdlovsk (regione russa di ambientazione)
Torino
Urali
Vernice
Zie (del protagonista)
lunedì 30 giugno 2014
Vernice
Mi avevano incaricato di progettare una vernice per l'interno delle scatole di conserva, da esportare (la vernice, non le scatole) in questo paese. Come pelle le garantisco che avrebbe dovuto essere una pelle eccellente.
(cap. "Acciughe, I", pag. 153)
Bastava osservare con attenzione il filo di vernice che colava dall'ugello del viscosimetro. [...]
Per un altro verso, pensavo che una vernice è una roba più complicata di quanto uno si immagini.
(cap. "Acciughe, II", pag. 170)
Per una volta non si parla di una macchina costruita o utilizzata da Faussone, bensì di un progetto realizzato dallo stesso Primo Levi, non sotto le vesti di scrittore, ma di chimico.
L'utilizzo di vernici risale a tempi molto antichi: già gli Egizi realizzavano vernici a partire dalla sandracca, un olio che veniva estratto in grandi quantità presso Berenike, una città sul Mar Rosso, dal cui nome deriva il termine "veronice", quindi "vernice".
(cap. "Acciughe, I", pag. 153)
Bastava osservare con attenzione il filo di vernice che colava dall'ugello del viscosimetro. [...]
Per un altro verso, pensavo che una vernice è una roba più complicata di quanto uno si immagini.
(cap. "Acciughe, II", pag. 170)
Per una volta non si parla di una macchina costruita o utilizzata da Faussone, bensì di un progetto realizzato dallo stesso Primo Levi, non sotto le vesti di scrittore, ma di chimico.
L'utilizzo di vernici risale a tempi molto antichi: già gli Egizi realizzavano vernici a partire dalla sandracca, un olio che veniva estratto in grandi quantità presso Berenike, una città sul Mar Rosso, dal cui nome deriva il termine "veronice", quindi "vernice".
Barattoli di vernice.
Viscosimetro
Ha preso il viscosimetro... non è uno strumento complicato, è una coppa cilindrica col fondo conico, che termina in basso in un ugello calibrato; si tappa l'ugello con un dito, si riempie di vernice, si lascia che vengano a galla le bolle d'aria, poi si toglie il dito e insieme si fa partire un contasecondi. Il tempo che ci vuole perché la coppa si svuoti è una misura della viscosità: è un controllo importante, perché una vernice non deve cambiare viscosità stando a magazzino.
(cap. "Acciughe, II", pag. 170)
Le parole di Primo Levi descrivono esaustivamente il semplice funzionamento del viscosimetro, che serve, appunto, per misurare la viscosità di un fluido. Tale grandezza può essere determinata attraverso la legge di Poiseuille, che mette in relazione la viscosità di un fluido e la sua conducibilità idraulica:
(cap. "Acciughe, II", pag. 170)
Le parole di Primo Levi descrivono esaustivamente il semplice funzionamento del viscosimetro, che serve, appunto, per misurare la viscosità di un fluido. Tale grandezza può essere determinata attraverso la legge di Poiseuille, che mette in relazione la viscosità di un fluido e la sua conducibilità idraulica:
Legge di Poiseuille, in cui k è la conducibilità idraulica e mi la viscosità.
Viscosimetro.
Escavatore
Lui ne aveva ancora per diversi mesi: insieme con un gruppo di montatori russi, stava mettendo a punto uno di quei loro escavatori colossali, alti come una casa di tre piani, che si spostano su qualunque terreno camminando su quattro enormi zampe come sauri preistorici.
(cap. "Acciughe, I", pag. 159)
Sono contento anch'io,- mi ha detto Faussone:- primo perché di queste terre cominciavo ad averne un po' basta; secondo, perché a quel bestione laggiù, alla escavatrice con le gambe, io ci tenevo, e l'ho vista montata e finita; non ha ancora incominciato a lavorare, ma insomma l'ho lasciata in buone mani.
(cap. "Acciughe, II", pag. 169)
L'escavatore è una macchina utilizzata per lo spostamento di terra. I primi escavatori, risalenti alla prima metà dell'Ottocento, erano a vapore e si ritiene che siano stati utilizzati anche nel cantiere per la realizzazione del canale di Panama. L'invenzione di tale macchina è attribuita all'americano William Otis.
(link: Wikipedia)
(cap. "Acciughe, I", pag. 159)
Sono contento anch'io,- mi ha detto Faussone:- primo perché di queste terre cominciavo ad averne un po' basta; secondo, perché a quel bestione laggiù, alla escavatrice con le gambe, io ci tenevo, e l'ho vista montata e finita; non ha ancora incominciato a lavorare, ma insomma l'ho lasciata in buone mani.
(cap. "Acciughe, II", pag. 169)
L'escavatore è una macchina utilizzata per lo spostamento di terra. I primi escavatori, risalenti alla prima metà dell'Ottocento, erano a vapore e si ritiene che siano stati utilizzati anche nel cantiere per la realizzazione del canale di Panama. L'invenzione di tale macchina è attribuita all'americano William Otis.
(link: Wikipedia)
Escavatore moderno.
Telex
Poi c'è stato il primo allarme: un telex cortese, in cui ci invitavano a ripetere la prova della resistenza alle acciughe su un certo lotto già imbarcato. [...]
Due giorni, poi è arrivato un altro telex, e questo non era gentile per niente.
(cap. "Acciughe, I", pagg. 155-156)
Il telex (teleprinter exchange) è un sistema di telecomunicazione molto utilizzato nel '900. Esso rappresenta un'evoluzione del comune telegrafo e ancora oggi è utilizzato in alcuni settori, come quelli meteorologico e militare.
(link: Wikipedia)
Due giorni, poi è arrivato un altro telex, e questo non era gentile per niente.
(cap. "Acciughe, I", pagg. 155-156)
Il telex (teleprinter exchange) è un sistema di telecomunicazione molto utilizzato nel '900. Esso rappresenta un'evoluzione del comune telegrafo e ancora oggi è utilizzato in alcuni settori, come quelli meteorologico e militare.
(link: Wikipedia)
Telex.
sabato 28 giugno 2014
Jeep
E' arrivato un indiano col turbante e con una jeep, e lui mi ha detto tutto gentile che ci saremmo rivisti in un altro momento e che si scusava. [...]
Abbiamo fatto per salire sulla jeep, e proprio in quel momento abbiamo visto arrivare giù un gnocco di alberi, terra e ramaglie grosso senza esagerare come una casa e rotolava come una palla.
(cap. "Il ponte", pagg. 109, 112)
La Jeep si diffonde durante la seconda guerra mondiale e con tale termine ci si riferisce ad un veicolo militare 4x4 utilizzato prima dall'esercito statunitense e poi da tutti gli alleati. Esso deriva dall'acronimo GP (General Purpose vehicle), poi storpiato dagli Americani.
Oggi Jeep è un marchio automobilistico che, nel 1987 fu acquisito dal gruppo Chrysler, e insieme al quale, nel 2011, entrò a far parte del Fiat Group.
Abbiamo fatto per salire sulla jeep, e proprio in quel momento abbiamo visto arrivare giù un gnocco di alberi, terra e ramaglie grosso senza esagerare come una casa e rotolava come una palla.
(cap. "Il ponte", pagg. 109, 112)
La Jeep si diffonde durante la seconda guerra mondiale e con tale termine ci si riferisce ad un veicolo militare 4x4 utilizzato prima dall'esercito statunitense e poi da tutti gli alleati. Esso deriva dall'acronimo GP (General Purpose vehicle), poi storpiato dagli Americani.
Oggi Jeep è un marchio automobilistico che, nel 1987 fu acquisito dal gruppo Chrysler, e insieme al quale, nel 2011, entrò a far parte del Fiat Group.
Jeep utilizzata nell'esercito americano.
Nuova Jeep Cherokee.
Dakota
Io non avevo tanto tempo da perdere, ho recuperato la valigia e sono filato a prendere il piccolo Dakota che mi doveva portare al cantiere. [...]
Il Dakota è atterrato in una maniera che non avevo ancora mai visto, e sì che di voli ve ho fatti diversi.
(cap. "Il ponte", pagg. 106-107)
Il Dakota è un bimotore che si distingue in modelli di linea, come il DC-3 nell'immagine sotto, e in modelli ad uso militare (Douglas C-47 Dakota).
Il Dakota è atterrato in una maniera che non avevo ancora mai visto, e sì che di voli ve ho fatti diversi.
(cap. "Il ponte", pagg. 106-107)
Il Dakota è un bimotore che si distingue in modelli di linea, come il DC-3 nell'immagine sotto, e in modelli ad uso militare (Douglas C-47 Dakota).
DC-3 Dakota della KLM.
mercoledì 25 giugno 2014
Furgone Fiat 600
Era un lavoro in montagna, in Val d'Aosta, in un bellissimo posto, e anche la stagione era buona, era il principio di giugno: c'era da finire di montare tralicci di una linea ad alta tensione, e poi c'era da tirare i cavi. Io avevo vent'anni, mi avevano appena dato la patente, e quando l'impresa mi ha detto di prendere il furgoncino 600 con su tutti gli attrezzi, di farmi dare l'anticipo e di partire, mi sono sentito fiero come un re.
(cap. "Senza tempo", pag. 129)
(cap. "Senza tempo", pag. 129)
Furgone Fiat 600.
martedì 24 giugno 2014
Coppia conica
C'era sicuramente qualche cosa che non andava nella coppia conica. [...]
Ma torniamo alla coppia conica: cinque minuti e ho subito capito l'antifona. L'allineamento, capisce? Proprio il punto più delicato, perché una coppia conica è come chi dicesse il cuore di una gru, e l'allineamento è... insomma, senza allineamento una coppia dopo due giri è da buttare a rottame.
(cap. "La coppia conica", pagg. 145-146)
(link: coppia conica, Wikipedia)
Ma torniamo alla coppia conica: cinque minuti e ho subito capito l'antifona. L'allineamento, capisce? Proprio il punto più delicato, perché una coppia conica è come chi dicesse il cuore di una gru, e l'allineamento è... insomma, senza allineamento una coppia dopo due giri è da buttare a rottame.
(cap. "La coppia conica", pagg. 145-146)
(link: coppia conica, Wikipedia)
Coppia conica.
Elettrodotto
Perché sa, fra un elettrodotto e un ponte sospeso, come quello famoso in India, c'è una bella differenza, per il fatto che sui ponti ci passa la gente e sugli elettrodotti solo i chilovattora; insomma gli elettrodotti sono un po' come i libri che scrive lei, che saranno magari bellissimi, ma insomma se viceversa fossero un po' scarsi, parlando con licenza non muore nessuno e ci rimette solo l'utente che li ha comperati.
(cap. "Senza tempo", pagg. 134-135)
(link: elettrodotto, Wikipedia)
(cap. "Senza tempo", pagg. 134-135)
(link: elettrodotto, Wikipedia)
Elettrodotto.
Diga
Era semplicemente l'effetto della diga gigantesca che si intravvedeva al di là del gomito del fiume, costruita sette anni prima, e a monte della quale si era ammassato un lago, anzi un mare, lungo cinquecento chilometri. Faussone ne era fiero come se la diga l'avesse tirata su lui, mentre invece ci aveva montato solo una gru.
(cap. "Il vino e l'acqua", pag. 88)
Si ricorda di quel lago che era quasi un mare, e della diga che le ho fatto vedere di lontano? Bisogna che una domenica ci andiamo, avrei caro di mostrargliela perché è un gran bel lavoro.
(cap. "La coppia conica", pag. 142)
(link: definizione diga, Treccani)
(cap. "Il vino e l'acqua", pag. 88)
Si ricorda di quel lago che era quasi un mare, e della diga che le ho fatto vedere di lontano? Bisogna che una domenica ci andiamo, avrei caro di mostrargliela perché è un gran bel lavoro.
(cap. "La coppia conica", pag. 142)
(link: definizione diga, Treccani)
Nurek Dam (Tagikistan): con i suoi 300 metri è la diga più alta del mondo.
In Italia, la diga più (tristemente) nota è quella del Vajont (Friuli-Venezia Giulia), che il 9 ottobre 1963, a causa di una frana, traboccò inondando il paese di Longarone e determinando la morte di quasi 2.000 persone. Tale disgrazia è conosciuta come "disastro del Vajont".
sabato 14 giugno 2014
Argano e puleggia
Per tirare i cavi di un ponte sospeso c'è un sistema speciale: si piazza un argano, e a sei o sette metri si tira un cavo senza fine, come una di quelle cinghie di trasmissione che usavano una volta, teso fra due carrucole una per sponda; attaccato al cavo senza fine c'è una puleggia folle, con quattro gole; dentro ogni gola si passa un'ansa del filo singolo, che viene da un grande rocchetto; e poi si mettono in moto le carrucole e si tira la puleggia da sponda a sponda; così, con un viaggio si tirano otto fili.
(cap. "Il ponte", pag118)
Le parole di Faussone, oltre a chiarirci come avviene la tiratura dei cavi di un ponte sospeso, accennano a due delle cosiddette "macchine semplici": l'argano e la puleggia.
Le macchine semplici sono dispositivi che non possono essere scomposti in macchine ancor più elementari e sono mosse da un'unica forza. In particolare, le due presentate nel brano lavorano spesso in maniera combinata: l'argano serve a sollevare pesi, la puleggia è una ruota scanalata che facilita tale sollevamento.
(cap. "Il ponte", pag118)
Le parole di Faussone, oltre a chiarirci come avviene la tiratura dei cavi di un ponte sospeso, accennano a due delle cosiddette "macchine semplici": l'argano e la puleggia.
Le macchine semplici sono dispositivi che non possono essere scomposti in macchine ancor più elementari e sono mosse da un'unica forza. In particolare, le due presentate nel brano lavorano spesso in maniera combinata: l'argano serve a sollevare pesi, la puleggia è una ruota scanalata che facilita tale sollevamento.
Argano manuale.
Vari tipi di pulegge.
In uno dei suoi progetti, Leonardo da Vinci descrive il funzionamento di un argano in grado di trasformare il movimento alterno della leva in moto circolare continuo dell'albero.
venerdì 13 giugno 2014
Ponte sospeso
Non gliel'ho ancora detto, era un gran lavoro, c'era da montare un ponte sospeso, e io ho sempre pensato che i ponti è il più bel lavoro che ci sia: perché si è sicuri che non ne viene del male a nessuno, anzi del bene, perché sui ponti passano le strade e senza le strade saremmo ancora come i selvaggi; insomma perché i ponti sono come l'incontrario delle frontiere e le frontiere è dove nascono le guerre. [...]
Cavando dunque dal grande blocco dei dettagli tecnici che lui, non molto ordinatamente mi ha forniti, si è delineato il profilo di un ponte lungo e snello, sostenuto da cinque torri fatte di scatole d'acciaio, ed appeso a quattro festoni di cavo d'acciaio. Ogni festone era lungo 170 metri, e ognuno dei due cavi era costituito da una mostruosa treccia di undicimila fili singoli del diametro del diametro di cinque millimetri.
(cap. "Il ponte", pagg. 106-107, 116)
(link: Wikipedia)
Uno dei ponti sospesi più noti è il Tacoma Bridge, nello stato di Washington (U.S.A.). La sua fama è dovuta al suo crollo, avvenuto neanche due anni dopo l'inaugurazione. La causa di tale disastro è da ricercare nel fenomeno della risonanza: il vento raggiunse, infatti, una frequenza vicina a quella torsionale del ponte, determinando delle oscillazioni con ampiezza sempre maggiore che portarono al collasso della struttura.
Le immagini del crollo sembrano surreali. (link: video del crollo del Tacoma Bridge)
Cavando dunque dal grande blocco dei dettagli tecnici che lui, non molto ordinatamente mi ha forniti, si è delineato il profilo di un ponte lungo e snello, sostenuto da cinque torri fatte di scatole d'acciaio, ed appeso a quattro festoni di cavo d'acciaio. Ogni festone era lungo 170 metri, e ognuno dei due cavi era costituito da una mostruosa treccia di undicimila fili singoli del diametro del diametro di cinque millimetri.
(cap. "Il ponte", pagg. 106-107, 116)
(link: Wikipedia)
Ponte di Akashi Kaikyo, il ponte sospeso più grande del mondo (1.991m).
Uno dei ponti sospesi più noti è il Tacoma Bridge, nello stato di Washington (U.S.A.). La sua fama è dovuta al suo crollo, avvenuto neanche due anni dopo l'inaugurazione. La causa di tale disastro è da ricercare nel fenomeno della risonanza: il vento raggiunse, infatti, una frequenza vicina a quella torsionale del ponte, determinando delle oscillazioni con ampiezza sempre maggiore che portarono al collasso della struttura.
Le immagini del crollo sembrano surreali. (link: video del crollo del Tacoma Bridge)
lunedì 2 giugno 2014
Boeing
Quando mi hanno proposto di andare in India, non avevo tanta propensione. [...]
Sta di fatto che a fine febbraio ho cominciato a pensare che è meglio frustare le scarpe che i lenzuoli, e al primo di marzo ero a Fiumicino che mi imbarcavo sul Boeing tutto giallo delle linee aeree pachistane.
(cap. "Il ponte", pag. 104)
La Boeing Company è una del settore aerospaziale, fondata nel 1916 da William Boeing e George Conrad Westervelt. Tale compagnia è la prima produttrice mondiale di aerei civili.
(link: sito ufficiale Boeing)
(link: sito ufficiale Boeing Italia)
Sta di fatto che a fine febbraio ho cominciato a pensare che è meglio frustare le scarpe che i lenzuoli, e al primo di marzo ero a Fiumicino che mi imbarcavo sul Boeing tutto giallo delle linee aeree pachistane.
(cap. "Il ponte", pag. 104)
La Boeing Company è una del settore aerospaziale, fondata nel 1916 da William Boeing e George Conrad Westervelt. Tale compagnia è la prima produttrice mondiale di aerei civili.
(link: sito ufficiale Boeing)
(link: sito ufficiale Boeing Italia)
Boeing 707.
Boeing 787.
Logo Boeing Company.
domenica 1 giugno 2014
Traliccio
Quanto poi alla difficoltà, era solo un traliccio a forma di torre, alto una trentina di metri, base sei per cinque, e non ero neanche da solo.
(cap. "Clausura", pag.11)
Tutto il traliccio si era messo in tensione, che a pensarci mi viene freddo ancora adesso; tre o quattro traverse avevano ceduto, tutta la torre si era svirgolata, e fortuna che poi era scattato l'automatico, altrimenti addio al suo boia di Londra.
(cap. "L'aiutante", pag. 35)
E' stato diversi anni fa, in Calabria, quando facevano l'autostrada, e mi avevano mandato laggiù con il gruista, io a montare il traliccio di varo, e lui a imparare a manovrarlo.
(cap. "Il vino e l'acqua", pag.95)
Noi eravamo troppo in basso per vedere bene la situazione, e allora ci siamo arrampicati su per la scaletta del traliccio di sponda, e allora sì che lo spettacolo lo abbiamo visto.
(cap. "Il ponte", pag. 110)
Era un traliccio in tubolari zincati, di quelli a forma di Y: era a un'altezza sui 1800 metri, e all'ombra delle rocce c'era ancora qualche chiazza di neve, ma i prati erano già pieni di fiori.
(cap. "Senza tempo", pag. 130)
(link: definizione "traliccio" dal vocabolario Treccani)
(cap. "Clausura", pag.11)
Tutto il traliccio si era messo in tensione, che a pensarci mi viene freddo ancora adesso; tre o quattro traverse avevano ceduto, tutta la torre si era svirgolata, e fortuna che poi era scattato l'automatico, altrimenti addio al suo boia di Londra.
(cap. "L'aiutante", pag. 35)
E' stato diversi anni fa, in Calabria, quando facevano l'autostrada, e mi avevano mandato laggiù con il gruista, io a montare il traliccio di varo, e lui a imparare a manovrarlo.
(cap. "Il vino e l'acqua", pag.95)
Noi eravamo troppo in basso per vedere bene la situazione, e allora ci siamo arrampicati su per la scaletta del traliccio di sponda, e allora sì che lo spettacolo lo abbiamo visto.
(cap. "Il ponte", pag. 110)
Era un traliccio in tubolari zincati, di quelli a forma di Y: era a un'altezza sui 1800 metri, e all'ombra delle rocce c'era ancora qualche chiazza di neve, ma i prati erano già pieni di fiori.
(cap. "Senza tempo", pag. 130)
(link: definizione "traliccio" dal vocabolario Treccani)
Traliccio elettrico.
Chrysler
Niente da dire del viaggio; la faccenda del fuso orario una volta mi dava fastidio, ma adesso ci ho fatto l'abitudine, ho fatto i miei tre cambi, ho dormito in volo, e sono arrivato che ero fresco come una rosa: tutto andava per il suo verso, c'era il rappresentante che mi aspettava con una Chrysler che non finiva mai e io mi sentivo come lo Scià di Persia.
(cap. "Off-shore", pagg. 54-55)
(cap. "Off-shore", pagg. 54-55)
Chrysler Imperial 1955.
La Chrysler è una casa automobilistica statunitense nata nel 1925 e entrata a far parte, nel 2009, del Gruppo Fiat (divenuto nel 2011 Fiat S.p.A).
Solamente quattro mesi fa Fiat S.p.A. e Chrysler Group si sono fusi per dare vita al gruppo industriale Fiat Chrysler Automobiles N.V., meglio conosciuto con l'acronimo FCA.
Vecchio logo Chrysler.
Logo FCA.
mercoledì 28 maggio 2014
L'amore per il lavoro
Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l'amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono. [...]
E' malinconicamente vero che molti lavori non sono amabili, ma è nocivo scendere in campo carichi di odio preconcetto: chi lo fa, si condanna per la vita a odiare non solo il lavoro, ma se stesso e il mondo. Si può e si deve combattere perché il frutto del lavoro rimanga nelle mani di chi lo fa, e perché il lavoro stesso non sia una pena, ma l'amore o rispettivamente l'odio per l'opera sono un dato interno, originario, che dipende molto dalla storia dell'individuo, e meno di quanto si creda dalle strutture produttive entro cui il lavoro si svolge.
(cap. "Batter la lastra", pag. 81)
Mi rendo conto di quanto le parole sopra citate abbiano poco a che fare con la tecnologia. Credo, però, di aver incontrato rare volte una constatazione così vera seppur semplice, espressa con tanto sentimento e poesia.
Spero di poter provare la sensazione a cui Primo Levi si riferisce.
martedì 13 maggio 2014
Derrick
Di storie di montaggi di gru ne avrei ancora una quantità, ma poi uno finisce che diventa noioso. Quella volta lì era un derrick. [...]
Ogni modo quello era un derrick niente di speciale, una ventina di metri, un derrick di perforazione, di quelli che se non si trova niente uno poi li smonta e se li porta in un altro posto. [...]
Come montaggio, era roba da ridere.
(cap. "L'aiutante", pagg. 28-29)
Bene, il mio uomo mi dice appunto che si tratta di finire il montaggio di un derrick, in un cantiere lontano una quarantina di chilometri, e poi di metterlo su delle barche e di portarlo nel mare su un bassofondo mica tanto lontano.
(cap. "Off-shore", pagg.55-56)
Lo sa bene che io non so nuotare. Gliel'ho detto quella volta che le ho raccontato del derrick e dell'Alasca. E' che l'acqua mi fa impressione
(cap. "Il vino e l'acqua", pag.95)
Bene, il mio uomo mi dice appunto che si tratta di finire il montaggio di un derrick, in un cantiere lontano una quarantina di chilometri, e poi di metterlo su delle barche e di portarlo nel mare su un bassofondo mica tanto lontano.
(cap. "Off-shore", pagg.55-56)
Lo sa bene che io non so nuotare. Gliel'ho detto quella volta che le ho raccontato del derrick e dell'Alasca. E' che l'acqua mi fa impressione
(cap. "Il vino e l'acqua", pag.95)
Mentre Faussone racconta all'autore la storia del primo montaggio citato, è lo stesso Primo Levi a darci alcune informazioni riguardo all'origine della parola "derrick": il signor Derryck era un Londinese vissuto nel Cinquecento, carnefice della Corona Britannica; egli, intendendo perfezionare i propri strumenti, realizzò una nuova forca in traliccio alta e snella, affinché il il condannato potesse essere visto da lontano; tale strumento venne chiamato "derrick gallows", abbreviato "derrick", nome che fu poi esteso ad altre strutture in traliccio destinate ad altri scopi.
Il derrick, chiamato anche torre di perforazione, è un traliccio d'acciaio di forma piramidale utilizzato, generalmente nei pozzi petroliferi, per la trivellazione del sottosuolo.
I derrick si differenziano in più tipologie, a seconda del tipo di impianto in cui sono usati.
Il vero e proprio derrick è quello applicato soprattutto su piattaforme petrolifere; è di grandi dimensioni e di struttura molto rigida, per poter essere in grado di reggere le sollecitazione che la piattaforma subisce a causa del moto ondoso e delle correnti superficiali marine.
(link Wikipedia)
(link Wikipedia)
Struttura derrick a terra.
Derrick su piattaforma.
mercoledì 30 aprile 2014
Gru e Carroponte
Come già ho accennato nella presentazione al testo, il nucleo dell'opera è costituito dalle divertenti e incredibili vicende vissute e raccontate da Faussone, ognuna delle quali è più o meno strettamente correlata ad uno dei suoi montaggi in giro per il mondo.
La gru, in ambito meccanico, è un apparecchio utilizzato per il sollevamento e il trasporto di carichi su brevi distanze.
Nel primo capitolo egli narra di un lavoro svolto in un paese tropicale, di cui non può svelare il nome, afferma, in quanto quelli sono brava gente ma un po' permalosa.
Poco più avanti il montatore rivela all'autore la natura del montaggio che ha dovuto eseguire:
Lei deve sapere che montare una gru è un bel lavoro, e un carro-ponte ancora di più, però non sono mestieri da fare da soli.
Allora, le stavo dicendo che ero laggiù per montare una gru da molo, uno di quei bestioni a braccio retrattile, e un carro-ponte fantastico, 40 metri di luce e un motore di sollevamento da 140 cavalli; cristo che macchina, domani sera bisogna che mi ricordi di farle vedere le foto. [...]
(cap. "Meditato con malizia", pagg. 5-6)
Allora, le stavo dicendo che ero laggiù per montare una gru da molo, uno di quei bestioni a braccio retrattile, e un carro-ponte fantastico, 40 metri di luce e un motore di sollevamento da 140 cavalli; cristo che macchina, domani sera bisogna che mi ricordi di farle vedere le foto. [...]
(cap. "Meditato con malizia", pagg. 5-6)
La gru, in ambito meccanico, è un apparecchio utilizzato per il sollevamento e il trasporto di carichi su brevi distanze.
La gru più semplice che si possa immaginare è costituita da una carrucola azionata a braccia, fissata in alto ad una trave e nella quale viene fatta scorrere una corda con un gancio ad una delle due estremità.
Riproduzione di una gru semplice.
Modellino di una gru vitruviana.
Già in epoca romana erano utilizzati complicati ma efficaci esempi di gru, come ci illustra l'architetto e scrittore Vitruvio all'interno del suo De Architectura: nel libro X, infatti, viene descritta la macchina elevatoria vitruviana a tamburo, strumento in grado di sollevare grandi carichi.
Ritornando alle parole di Faussone, è visibile come il montatore piemontese sia particolarmente affascinato da un carroponte che egli ha realizzato durante il servizio sopra accennato.
Il carroponte è uno specifico tipo di gru, che infatti prende anche il nome di gru a ponte.
Esso è costituito da un carrello che scorre lungo una guida posta in una struttura (ponte), a sua volta scorrevole su rotaie perpendicolari al movimento del carrello; infine, un meccanismo di sollevamento è installato sul carrello.
Il carroponte è molto usato nell'industria meccanica, per la sua facilità nel servire lo spazio in tutte e tre le dimensioni.
Riproduzione di un carroponte.
Esempio di carroponte bitrave.
sabato 19 aprile 2014
Chiave a stella
Il mio primo vero post non poteva che essere dedicato all'attrezzo che dà il titolo al romanzo, che nell'introduzione all'opera stessa è presentato attraverso le seguenti parole:
Faussone è una specie di Ulisse che erige ovunque monumenti con la sua "chiave a stella", l'utensile che serve per verificare il serraggio dei bulloni, morbidi, duri, ostinati. Non c'è mai il rischio che sfalsi la filettatura, perché sa dosare i suoi strappi e avverte sempre la mano che quello è l'ultimo giro e oltre non si può andare. La chiave a stella conosce bene le sue funzioni, accoppiando forza e delicatezza, impeto e misura.
La chiave a stella rappresenta la protesi per la mano di ogni montatore che si rispetti, anche se è facile notare come nel testo essa assuma un secondo significato, più profondo. Levi, infatti, si riferisce ad una chiave mentale, che serve a Faussone per interpretare e conoscere il mondo.
Da un punto di vista concreto e letterale, la chiave a stella è una particolare configurazione della più comune chiave meccanica, arnese, generalmente in acciaio, che, come accennato sopra, serve a stringere o allentare dadi e bulloni. La versione "a stella" si distingue per le estremità del manico a forma stellare (generalmente a dodici vertici), forma che permette l'esercizio della forza sugli spigoli delle facce dei dadi e dei bulloni. Tali estremità possono essere aperte oppure chiuse e una di esse può essere "a becco", dando vita ad una chiave combinata.
Faussone è una specie di Ulisse che erige ovunque monumenti con la sua "chiave a stella", l'utensile che serve per verificare il serraggio dei bulloni, morbidi, duri, ostinati. Non c'è mai il rischio che sfalsi la filettatura, perché sa dosare i suoi strappi e avverte sempre la mano che quello è l'ultimo giro e oltre non si può andare. La chiave a stella conosce bene le sue funzioni, accoppiando forza e delicatezza, impeto e misura.
La chiave a stella rappresenta la protesi per la mano di ogni montatore che si rispetti, anche se è facile notare come nel testo essa assuma un secondo significato, più profondo. Levi, infatti, si riferisce ad una chiave mentale, che serve a Faussone per interpretare e conoscere il mondo.
Da un punto di vista concreto e letterale, la chiave a stella è una particolare configurazione della più comune chiave meccanica, arnese, generalmente in acciaio, che, come accennato sopra, serve a stringere o allentare dadi e bulloni. La versione "a stella" si distingue per le estremità del manico a forma stellare (generalmente a dodici vertici), forma che permette l'esercizio della forza sugli spigoli delle facce dei dadi e dei bulloni. Tali estremità possono essere aperte oppure chiuse e una di esse può essere "a becco", dando vita ad una chiave combinata.
Chiave a stella aperta
Chiave combinata
mercoledì 9 aprile 2014
Il romanzo
Primo LEVI, La chiave a stella, Torino : Einaudi, 2006
Per quanto riguarda la cornice del romanzo, Primo Levi sceglie "una fabbrica molto lontana" della Russia sovietica del dopo-guerra, nella cui mensa per stranieri immagina di incontrare Faussone, un tecnico piemontese che, dopo aver lavorato per alcuni anni all'interno della Lancia, ha deciso di abbandonare la monotonia della catena di montaggio, per girare il mondo come montatore di tralicci, gru e ponteggi.
Sono proprio gli avventurosi montaggi raccontati da Tino all'autore che permettono lo spostamento della vicenda nelle più improbabili regioni del globo.
Primo Levi pubblicò La chiave a stella nel 1978, con l'obiettivo di celebrare il lavoro, dedicando la propria opera agli Italiani che negli anni '70, soprattutto in ambito ingegneristico, prestavano i propri servizi alle aziende straniere.
Questi sono gli "Anni di Piombo" in Italia, anni di terrorismo politico e caratterizzati dall'esaurimento degli slanci di rivoluzione giovanile del decennio precedente. Eppure si tratta di un periodo particolarmente ottimistico per lo scrittore torinese, che pare aver dimenticato l'atroce ricordo del lager.
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